3. Parte di Implementazione

3.1 Preparazione – Istruzioni per il facilitatore del laboratorio

3.1.1 Partecipanti

Come accennato precedentemente il laboratorio è destinato a persone che provengono da diversi contesti sociali e culturali. L’attenzione è concentrata su quelle persone che sono a rischio di esclusione sociale e hanno bisogno di aiuto per sentirsi ed essere integrate. È un processo che si concluderà con l’acquisizione di competenze, con la condivisione di aspetti culturali e, attraverso questi, con l’apprezzamento della propria eredità culturale e la condivisione di quella altrui.

Nella versione che abbiamo sperimentato all’interno del progetto, il laboratorio è rivolto ad un gruppo misto formato da destinatari afferenti a sotto-gruppi composti da immigrati e/o rifugiati e disoccupati di lunga data che vogliono scoprire il valore delle tradizioni culinarie, sperimentare le dinamiche che si creano in una società multiculturale e acquisire competenze che possano migliorare l’autostima e il posizionamento sul mercato del lavoro.

È preferibile strutturare il gruppo con un numero uguale di partecipanti per ciascun sotto-gruppo di destinatari al fine di preservare l’equilibrio dei diversi apporti culturali. Lavorare con un gruppo misto stimola la creatività, apre la mente a nuove idee e di conseguenza la strada a nuove opportunità. Nel complesso questi sono gli elementi essenziali dei laboratori dove, con il contributo di ciascuno e in accordo con tutto il gruppo, si possono produrre risultati in grado di motivare altre persone a seguire lo stesso percorso.

Si suggerisce di tenere in considerazione anche il genere dei partecipanti, cercando di coinvolgere lo stesso numero di uomini e di donne per evitare una significativa sproporzione in questo aspetto.

3.1.2 Come trovare / reclutare partecipanti

Nella formazione del gruppo di partecipanti, si consiglia di utilizzare le proprie reti di contatti per comunicare cosa si ha intenzione di realizzare, attraverso riunioni, social media, posta elettronica o il mezzo ritenuto più opportuno. Nel caso in cui l’ente proponente non avesse un contatto diretto con i possibili destinatari, è suggeribile chiedere di essere indirizzati verso persone che potrebbero trarre beneficio nel partecipare, contattandole istituzioni locali e gli uffici pubblici (centri per l’impiego, centri provinciali per l’istruzione degli adulti) e fare pubblicità al progetto in occasione di eventi o feste locali. Per garantire maggiore risalto e visibilità al laboratorio, si suggerisce, se possibile, di contattare anche le televisioni o le radio locali per parlare del progetto.

È importante la stampa e la diffusione di brochure che diano informazioni approfondite sul laboratorio, sia riguardo ai contenuti che alle pratiche, non dimenticando di specificare se il laboratorio sarà completamente gratuito, compreso il cibo e l’attrezzatura necessaria a prepararlo, o se sarà prevista una qualche forma di compartecipazione alle spese.

3.1.3 Reclutamento dei partecipanti

Individuare fra i propri contatti le organizzazioni che potrebbero essere interessate è un modo veloce ed efficace per trovare partecipanti. Spesso le persone hanno bisogno di essere rassicurate sul valore e gli scopi di un’attività pratica, cosa che non si ottiene con un reclutamento generico, dal momento che ogni situazione è diversa ed è necessario essere flessibili e adattarsi di conseguenza.

Spesso è sufficiente chiedere alle persone se sono interessate a partecipare ad un laboratorio di cucina. Ad ogni modo è utile pubblicizzare il laboratorio in occasione di eventi o festività, locali e nazionali (giorno/settimana dei rifugiati, anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, Festa del Lavoro, ecc …), o festività religiose (Natale; Capodanno, Nowruz, Rosh Hashanah, Losar e Songkran; ecc …).

In linea di massima, è importante:
• pubblicizzare il proprio progetto e la serie di laboratori indicando con chiarezza “cosa si intenda fare, quando, perché, come”
• organizzare un evento di reclutamento durante il quale chi è interessato a partecipare possa ricevere informazioni sul progetto e su cosa comportano i laboratori;
• raccogliere i contatti (nomi, cognomi, indirizzi mail e contatti telefonici) e verificare con precisione la disponibilità;
• valutare la capacità linguistica dei partecipanti.

Se il laboratorio è stato pubblicizzato in modo corretto ed è stata data la necessaria attenzione alla selezione e al reclutamento dei partecipanti, il rischio che durante le attività possano insorgere momenti di criticità e/o di conflitto sarà molto ridotto, e le persone sapranno a cosa hanno aderito e cosa aspettarsi.

Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di aiutare le persone a capire e sentire che, anche in situazioni che potrebbero sembrare conflittuali (quali ad esempio, la ricerca di un’occupazione nella stessa area), il modo migliore di affrontarle passa attraverso la collaborazione e il pensare di costruire qualcosa insieme. Va tenuto a mente che il laboratorio rappresenta un’esperienza diretta del pensare davvero “fuori dagli schemi”, promuovendo la creazione di momenti esperienziali innovativi in grado di supportare i partecipanti a raggiungere gli obiettivi desiderati, facilitando l’individuazione di soluzioni che siano di beneficio per tutti e non per pochi.

3.2 Abilità del facilitatore

Il progetto HEALTHNIC rappresenta per il facilitatore dei laboratori di cucina al contempo una vera sfida e un’opportunità, dal momento che sono parecchi gli elementi diversi da tenere in considerazione. Anche per questo il ruolo del facilitatore risulta particolarmente appagante.

Si ricorda che è di fondamentale importanza che il facilitatore abbia esperienza nella gestione dei gruppi, dal momento che le dinamiche che si generano all’interno di contesti socialmente misti sono potenzialmente piuttosto impegnative. Anche se il programma del laboratorio cerca di coprire quanti più aspetti possibile, ma dato che ogni gruppo è differente, dipenderà dalle capacità del facilitatore capire come intervenire per aiutare il gruppo a raggiungere gli obiettivi desiderati.

Oltre alla competenza nella gestione delle dinamiche gruppali, il prerequisito più importante è essere un appassionato di cucina con una predilezione per il mangiare sano e avere un assistente con le stesse abilità pronto ad aiutare in ogni momento, specialmente durante la preparazione delle materie prime e la cottura delle pietanze. È consigliabile avere tutto pronto prima dell’inizio del laboratorio. L’assistente dovrà inoltre tenere l’ambiente pulito e aiutare il facilitatore a controllare e assistere i gruppi mentre stanno cucinando. Ecco perché deve avere un minimo di esperienza in cucina.

3.2.1 Ulteriori abilità necessarie

Oltre ad avere un buon livello di esperienza in cucina e conoscere le tecniche necessarie al raggiungimento degli obiettivi, è consigliabile essere pronti a studiare le tradizioni culinarie che saranno condivise dai partecipanti.

Prima dell’inizio del laboratorio è importante che il facilitare conosca:
• le caratteristiche di base di ogni cucina, la filosofia, le tecniche, le principali erbe e spezie.
• le abitudini alimentari di base e i ruoli di genere in cucina.
• i fattori storici e climatici che hanno influenzato le pietanze nel tempo.
• avere nozioni di nutrizionismo e sana alimentazione, questo tipo di nozioni è fornito in appendice.

In congruenza con i principi ispiratori del laboratorio, è importante trovare a livello locale fornitori di materie prime di qualità, con alto valore nutritivo e a costo contenuto, da proporre ai partecipanti. In questo processo di ricerca, si può optare per mercati rionali, produttori locali, supermercati etnici o negozi di alimentari. Alcune di queste attività di ricerca possono essere condivise con il gruppo: il facilitatore può cercare il costo di alcuni ingredienti, come il sale grezzo o lo zucchero non raffinato, per aiutare il gruppo a capire che qualche volta non si deve guardare al prezzo per decidere se il costo di un alimento è accessibile o meno. Spesso la quantità dell’ingrediente utilizzato, o la sua resa in cottura, combinato con i benefici nutrizionali, rende un ingrediente relativamente costoso una scelta buona, salutare e accessibile. È quindi necessario essere preparati a fornire informazioni sugli usi alternativi di materie prime “costose”.

3.3 Requisiti per il laboratorio di cucina

Per quanto riguarda l’ambiente in cui si svolgerà il laboratorio, ci sono alcune indicazioni da tenere a mente.
È assolutamente necessario disporre di un lavandino e di acqua corrente per poter lavare gli alimenti, le mani e gli utensili utilizzati.
Per soddisfare gli obiettivi del progetto è importante mangiare tutti insieme dopo aver cucinato. Bisogna quindi avere a disposizione forchette, cucchiai, bicchieri e piatti. Servono tavoli per la preparazione degli alimenti e per mangiare.

Come indicazione generale, si tenga presente che l’attrezzatura richiesta comprende:

• detersivo per i piatti
• aceto per pulire le superfici
• guanti monouso
• bidoni e sacchi per l’immondizia
• taglieri
• coltelli di varie dimensioni
• bacinelle per lavare e mischiare gli ingredienti, e che possono anche essere utilizzate per servire le pietanze
• uno o due spremi-agrumi
• due scolapasta
• strofinacci, o carta da cucina, per pulire le superfici e le mani dei partecipanti
• cucchiai di legno, o altro materiale adatto, per mischiare il cibo durante la cottura
• pentole e padelle (il numero dipende dal tipo di pietanze che verranno scelte da ciascun gruppo)

Se non si ha a disposizione una cucina come ambiente di lavoro, è possibile utilizzare un’aula in cui è necessario procurarsi una piastra portatile, elettrica (consigliabile) o a gas, con almeno tre fuochi. Nel caso anche questa opzione non fosse possibile, si può comunque gestire un laboratorio concentrandosi su pietanze crude da far preparare ai partecipanti. Il programma offre diverse opzioni.

Come visto in precedenza, le fasi di preparazione del laboratorio di cucina sono importanti per garantire un corretto svolgimento; di seguito alcuni suggerimenti su cosa è opportuno avere:
• tutte le materie prime necessarie per cucinare
• olio alimentare
• aceto e succo di limone (se i limoni sono a buon mercato)
• sale grezzo e pepe nero
• erbe aromatiche e spezie (richieste nella terza sessione di lavoro)
• zucchero di canna non raffinato
• una lavagna, classica o con i pennarelli

3.4 Abilità richieste per il laboratorio di digital storytelling

Per affrontare con successo la parte di laboratorio relativa al Digital Storytelling, il facilitatore dovrebbe possedere alcune abilità specifiche, tra cui:
• un livello avanzato di competenza informatica per poter rispondere alle domande che potrebbero provenire dai partecipanti che incontrano difficoltà tecniche.
• essere in grado di controllare lo stato dei computer che verranno utilizzati.
• essere in grado di preparare i computer ed installare il software di editing.
• avere familiarità con il software che verrà utilizzato.
• avere una comprensione di base di film editing, registrazione vocale e digital storytelling.

3.5 Linguaggio e attività di supporto alla letteratura

Al fine di facilitare la condivisione linguistica di persone con provenienze diverse, durante il laboratorio i partecipanti saranno incoraggiati a stilare una lista di vocaboli e un glossario, in modo da avere la possibilità di vedere e leggere sia la lingua originaria che in locale. Si consiglia di integrare con disegni e schemi dove necessario. Inoltre, per facilitare la comprensione, il glossario può essere suddiviso per gruppi di alimenti o tipi di alimenti, per capacità nutrizionale, oppure ancora per tipo di preparazione o di cottura.

I partecipanti possono ovviamente tenere un diario su cui prendere appunti e annotare eventuali idee durante ogni fase. Registrare i pensieri, le idee e le domande può anche essere successivamente di aiuto durante la creazione della digital story.

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