2. Parte teorica

2.1 La filosofia di riferimento

2.1.1 Contestualizzare HEALTHNIC

Ovunque in Europa sono in corso negli ultimi anni molti cambiamenti in campo socioeconomico e nel welfare che impattano nei diversi ambiti sociale, economico e politico in modo massivo (e negativo) sui membri più vulnerabili della comunità, siano essi disoccupati di lunga durata, immigrati, richiedenti asilo o rifugiati. Questi gruppi maggiormente vulnerabili spesso vivono il livello più alto di disagio, hanno difficoltà a spostarsi, possono dipendere in tutto o in parte da diverse forme di sussidi e hanno un basso livello di benessere. [2]

É un fatto ben documentato che chi vive in comunità povere e svantaggiate, e in condizioni esacerbate dall’isolamento sociale e dall’esclusione, sia più soggetto a contrarre malattie. Per promuovere l’integrazione è necessario affrontare questo tipo di problematiche. [3]

Questo progetto ha inteso superare le etichette, gli stigmi sociali e le situazioni che mettono in difficoltà le persone, riconoscendo che ogni individuo è portatore sia di differenze che di somiglianze. I destinatari hanno visto un riconoscimento delle proprie abilità, e una valorizzazione delle capacità di resilienza e del patrimonio di conoscenze, attraverso la costruzione di nuove relazioni interpersonali e di comunità più forti. Prendendo il meglio di quanto portato dai residenti e dai nuovi arrivati, usando il cucinare come strumento di interazione sociale, condividendo un cibo sano e ben cucinato, questo progetto ha voluto creare nuove opportunità di apprendimento e di benessere che in futuro possano essere esportate diventando momento di aiuto per tutti.

Nello specifico i seguenti obiettivi saranno raggiunti attraverso il Laboratorio HEALTHNIC, nel quale i partecipanti avranno l’opportunità di:

• acquisire nozioni di nutrizionismo, corretta alimentazione, preparazione degli alimenti, economia domestica e culinaria.
• imparare nozioni di base di alcune discipline (linguaggio; ICT; comunicazione)
• apprendere e creare Digital Stories
• acquisire reciprocamente consapevolezza e comprensione culturale per favorire inclusione e integrazione.

[2] http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2016/573908/EPRS_BRI(2016)573908_EN.pdf
[3] http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Europe_2020_ indicators_- poverty_and_social_exclusion

2.1.2 Perché il metodo HEALTHNIC?

Il cibo è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, come sostentamento alla vita ma anche come carburante per “agire” la vita. Il cibo rappresenta molteplici piani: può essere fonte di piacere, può riportare alla memoria avvenimenti del passato, altre volte può aprire nuovi orizzonti quando si assaggia qualcosa per la prima volta. È anche un modo per condividere esperienze e abilità, creando pietanze salutari, cucinando e mangiando insieme.

L’atto stesso della condivisione di un pasto è qualcosa che spesso viene data per scontata, e che può essere un’esperienza mancante nella vita di molte persone. Preparare un pasto in solitudine è spesso un’esperienza che rimanda alla tristezza e alla solitudine. Siccome questo progetto tratta di buon cibo, la sua funzione è anche quella di far provare l’esperienza della condivisione dei pasti a gruppi di persone provenienti da diversi contesti sociali. È nostro auspicio ispirare i partecipanti a questa esperienza a continuare a preparare, cucinare e godersi il buon cibo anche oltre i confini, e la fine, del progetto.

Questa Guida è una risorsa nata per essere di supporto nell’organizzazione di una serie di laboratori e propone modi diversi di condurre e organizzare le attività dei gruppi multiculturali a cui saranno rivolti i laboratori. La Guida intende proporre varie attività volte a:

• apprendere come preparare pasti nutrienti, gustosi e convenienti;
• aumentare la consapevolezza e la comprensione sull’uso dei prodotti locali e stagionali;
• condividere la cultura del cibo e delle sue caratteristiche nutrizionali;
• imparare quali possono essere gli ingredienti alternativi;
• creare e condividere Digital Stories e conoscenze

In sostanza, il progetto intende promuovere il cibo quale una modalità per renderci più felici, per creare una comunità in cui vivere insieme ed come strumento per creare integrazione.

Per questi motivi, è preferibile che le persone coinvolte provengano da luoghi tra loro differenti, in modo da portare diversi retroterra, culture e aspettative. Il materiale, le esperienze e i risultati di questo progetto offrono attività e risorse per unire le persone, permettendo agli uni di apprezzare gli altri.

2.2 Introduzione alle Tematiche HEALTHNIC

2.2.1 Apprendimento Partecipativo – ‘Imparare facendo’

Uno dei metodi più inclusivi di apprendimento è l’affrontare insieme dei compiti pratici. L’apprendimento partecipativo può essere applicato a vari contesti, permette un alto livello di interazione, supera le barriere linguistiche e culturali e, di solito, è estremamente divertente per i partecipanti.

L’apprendimento partecipativo funziona meglio con piccoli gruppi, composti da un minimo di dieci ad un massimo di quindici persone, e in spazi ragionevolmente ben controllati, come una cucina o un’aula.

È ben documentato e di dominio comune che ciascun individuo sia portatore di un proprio stile personale di apprendimento, che si specifica nel modo in cui le informazioni vengono comprese, elaborate e conservate. I partner del progetto hanno scelto di adottare l’apprendimento partecipativo in quanto metodo inclusivo volto a fare lavorare insieme persone provenienti da culture diverse con differenti abilità linguistiche e retroterra culturali. Coinvolgere i partecipanti con questo approccio li mette in condizione di attingere alle proprie esperienze personali oltre che imparare attraverso l’incontro con quelle degli altri partecipanti e del facilitatore.

La facilitazione comporta la gestione del gruppo e “l’esercizio del potere”. Il facilitatore può, ad un estremo, dare inizio ad un processo e lasciare che segua il proprio corso, e, all’altro estremo, gestirlo in modo che segua una traccia predefinita fino al raggiungimento di un obiettivo predeterminato.

I comportamenti e le relazioni della facilitazione possono variare fra:
La conduzione dei gruppi laboratoriali può strutturare una variabilità di processi tra cui:
• conduzione verso un finale aperto o un obiettivo predefinito
• facilitare movimenti di emersione o di convergenza
• rinforzare l’autonomia del gruppo attraverso momenti di facilitazione e percorsi di insegnamento tradizionali.

Una combinazione di momenti guidati e facilitati e percorsi di insegnamento tradizionale punta alla realtà pervasiva che vede, con gradi differenti, i facilitatori fissare l’agenda, guidare i processi, analizzare le reazioni e raccogliere le conclusioni. In questo modo il processo crea legami fra i partecipanti e, di conseguenza, aumenta la fiducia nel partecipare e condividere le conoscenze, e in ultimo facilita l’apprendimento.
Nel caso in cui la componente linguistica fosse un ostacolo alla comprensione, è importante includere e contestualizzare l’apprendimento del linguaggio all’interno del percorso laboratoriale attraverso la compilazione di liste di vocaboli e glossari visivi e verbali, con il supporto dei pari e/o con l’intervento di un interprete.
In particolare, è importante che ogni partecipante possa sviluppare il proprio glossario sotto la guida dei conduttori e dello staff del laboratorio.
All’interno di questa Guida e del Manuale d’Uso sono presentate risorse di facile comprensione per mettere in grado i partecipanti con difficoltà linguistiche a capire l’essenza e il significato dei compiti pratici; ad esempio, il formato dello storyboard può essere usato per realizzare una ricetta semplice usando fisicamente gli ingredienti e una semplice descrizione della preparazione.
La serie di laboratori prevede un ampio ventaglio di approcci e stili educativi, ad ogni modo la partecipazione pratica e attiva è cruciale per l’abbattimento delle barriere a favore dell’inclusione sociale e del miglioramento delle abilità.

2.2.2 Attività di costruzione del gruppo

Questo documento è allo stesso tempo la presentazione dell’esperienza maturata nel condurre un laboratorio Healthnic e nello sviluppare una Guida in grado di trasmettere questa stessa esperienza a tutti coloro che vorranno replicarla, conformemente ai principi dell’apprendimento partecipativo e del lavoro per processo.
Un laboratorio Healthnic coinvolge le persone e le spinge a collaborare e lavorare in gruppo. Sia che si tratti di imparare nuove competenze, sia che si tratti di condividere le proprie conoscenze, le dinamiche di gruppo si sviluppano naturalmente, in un processo che si pone come meta-obiettivi di rafforzare la fiducia dei partecipanti, le loro competenze linguistiche e le loro abilità, a seconda della necessità di cui il gruppo stesso sarà portatore.

Il gruppo sarà accompagnato a scegliere, preparare, cucinare e condividere del cibo, consentendo ad ogni partecipante di esprimere le proprie opinioni e i propri pensieri, e di condividerli con i pari e i facilitatori.

Il ruolo del facilitatore è cruciale nel guidare le dinamiche di gruppo e costruire la fiducia reciproca durante i laboratori.

I facilitatori devono essere consapevoli della necessità di definire a priori insieme ai colleghi gli obiettivi del laboratorio durante la ricerca dei partecipanti e la promozione dello stesso, in modo che, arrivati al dunque, le persone interessate a partecipare abbiano un’idea chiara di cosa stanno intraprendendo. Gli obiettivi possono essere condivisi e ricordati anche durante le prime fasi di ciascun laboratorio.

All’interno della Guida si possono trovare diversi esempi dettagliati e suggerimenti per riavvicinare i partecipanti al focus di lavoro. Vediamo di seguito un singolo esempio.

La preparazione del pane è una modalità efficace per iniziare un’attività di gruppo. Nel caso in cui non si avesse a disposizione un forno, è possibile usare la macchina per fare il pane.
Il processo include:
• i partecipanti parlano del tipo pane che si consuma nel proprio paese di origine;
• i partecipanti imparano le parole relative agli ingredienti, i metodi di preparazione e la cottura del pane;
• i partecipanti parlano della differenza di costi fra il preparare il pane e comprarlo, e il valore del pane nei loro paesi;
• il gruppo si interroga su come possa essere variata la ricetta originale per renderla più tradizionale e/o salutare
• si confronta quanto varia la panificazione “di successo” fra un gruppo e l’altro dei partecipanti
• insieme si definisce quale possa essere una ricetta che porti ad un buon risultato e che include le idee di tutti i partecipanti

2.2.3 Attività di scambio culturale

Parlare in modo pratico del cibo, prepararlo e cucinarlo è alla base dei laboratori e diventa occasione per i partecipanti per parlare delle proprie conoscenze sul cibo e tradizioni, e di condividerle in un ambiente piacevole e protetto. Lavorare in piccoli gruppi sviluppa legami fra i partecipanti e aiuta lo sviluppo della conoscenza, della consapevolezza e della comprensione reciproca.

Tra le attività che possono facilitare questo scambio e incontro, si propone ad esempio di esplorare insieme:
• le diverse culture culinarie, i diversi metodi di cottura e le abitudini alimentari
• le differenze delle cosiddette “buone maniere” a tavola fra i vari paesi e all’interno dei paesi stessi, come ad esempio le differenze trans-generazionali
• l’utilizzo delle posate, delle mani o del pane
• i benefici digestivi del mangiare con le mani
• quanti pasti vengano consumati nel gruppo tra colazione, pranzo e cena
• quale sia considerata la dieta salutare caratteristica del proprio paese
• il problema di obesità e/o della malnutrizione nel proprio paese natale
• l’esistenza di connessioni fra il cibo e la religione

I partecipanti avranno diverse opportunità di sviluppare legami durante le attività di costruzione del gruppo e di apprendimento, e sia la Guida che il Manuale d’uso contengono molte attività per aiutare chi vorrà replicare questo processo.

I partecipanti non dovrebbero avere paura di farsi domande reciprocamente, ad ogni modo è auspicabile che i confini vengano definiti durante le fasi iniziali delle sessioni di lavoro per assicurarsi che la troppa curiosità o l’ignoranza non causino offesa a qualcuno. Costruire la fiducia e stabilire le regole di base creerà un ambiente in cui i partecipanti e i facilitatori potranno imparare gli uni dagli altri e minimizzare i fraintendimenti.

È importante ricordare che si impara sempre qualcosa, e che è assolutamente essenziale per i partecipanti essere incoraggiati a condividere le proprie conoscenze e abilità, così che anche i facilitatori possano imparare qualcosa da loro.

Confrontare e condividere le differenze culturali sul cibo e sulle tradizioni culinarie incoraggerà tutti a partecipare. Condividere le discussioni sugli ingredienti e i metodi di cottura fa sì che nell’intero processo si inseriscano il dialogo interculturale e l’apprendimento.
Alcune semplici domande possono aiutare il processo:
• cosa piace alle persone del cibo altrui?
• quanto costa comprarlo e prepararlo?
• può essere preparato diversamente in modo da renderlo più buono, più economico, più salutare?
• quanto è importante la condivisione del cibo nei paesi di provenienza dei partecipanti?

Queste e altre domande possono trovare risposta durante i laboratori.

2.2.4 Inclusione sociale

Unire gruppi diversi di persone, come disoccupati locali, immigrati o rifugiati all’interno del progetto Healthnic, genera nuove opportunità per incrementare le conoscenze culturali la consapevolezza e la comprensione reciproca, e sostiene quindi il comportamento dell’inclusione sociale tracciando la strada dell’integrazione sociale ed economica.

Nell’attuale clima economico e politico dell’Unione Europea e mondiale, l’impatto di notizie negative e tendenziose e l’aumento dell’intolleranza politica verso le comunità svantaggiate, combinati con tendenze nazionalistiche ed etnocentrismo, possono incidere severamente nella vita delle persone, sulla loro consapevolezza, conoscenza e comprensione culturale.

Sfidare gli stereotipi, imparare gli uni dagli altri e condividere pone le basi per cambiare “cuori e menti” indipendentemente dallo status lavorativo, dal genere, dall’etnia, dalla nazionalità, dall’età, dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere, di religione o credo.

Con queste basi il reclutamento e la selezione dei partecipanti al progetto devono essere condotte in modo che tutti sappiano cosa aspettarsi. Per esempio, avvertire che ci saranno gruppi misti di partecipanti; delineare quale sarà il range di apprendimento, di comprensione e apprendimento culturale, di condivisione di cibo e tradizioni culinarie.

Ai partecipanti può essere preventivamente somministrato un questionario o assegnato un compito sul perché vogliono essere coinvolti nel progetto, che cosa si aspettano dal laboratorio e cosa sperano di imparare. Al termine del laboratorio i facilitatori possono verificare se e come le aspettative sono state soddisfatte, e cosa è stato appreso sull’inclusione sociale e lo scambio culturale.

2.2.5 Introduzione all’Educazione Nutrizionale

Il concetto di salute è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella sua carta fondativa del 1948, uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia” (https://www.wcpt.org/node/47898)

Le scelte alimentari quotidiane hanno un impatto rilevante sulla salute fisica e mentale e sullo stato di benessere generale.

Può essere definito cibo buono e salutare quello non raffinato o processato, così come si trova allo stato naturale. Una buona alimentazione fornisce al corpo tutti i nutrienti vitali, le vitamine e i minerali necessari per farlo funzionare al meglio. La varietà, l’equilibrio e la moderazione sono essenziali per assicurare l’apporto completo dei nutrienti necessari alla buona salute. Il cibo agisce come una medicina di base e influisce su tutti i sistemi del corpo. Quando uno stile di vita attivo, con una giusta dose di attività fisica e un atteggiamento positivo si combina con una dieta ben bilanciata, varia e disciplinata, non c’è limite alla buona salute.

L’esatta composizione di una dieta equilibrata e sana varia a seconda dei bisogni individuali ed è condizionata dall’età, dal genere, dallo stile di vita, dalla salute fisica ed emotiva, dall’ambiente culturale, dalle abitudini alimentari e dagli alimenti disponibili localmente. Ad ogni modo i principi alla base di una dieta sana rimangono gli stessi.

Verdure, frutta, legumi, cereali integrali, noci e semi sono importanti fonti di vitamine, minerali, fibre alimentari, proteine vegetali, carboidrati complessi, grassi essenziali e antiossidanti.

Sappiamo già che una buona alimentazione e l’attività fisica possono aiutare a mantenere un peso salutare, ma i benefici di una buona alimentazione possono anche aiutare a:

• Migliorare il benessere fisico e mentale;
• Prevenire il rischio di obesità;
• Aumentare il livello di energia;
• Aumentare la resistenza alle malattie;
• Migliorare la capacità di ripresa da una ferita o una malattia;
• Abbassare il livello di colesterolo;
• Ridurre l’ipertensione;
• Ridurre il rischio di contrarre alcune malattie tra cui diabete, malattie cardiache, ictus, alcuni tipi di cancro e osteoporosi.

2.2.6 Economia domestica

Pianificare e preparare i pasti in anticipo è fondamentale per tenere sotto controllo il costo del cibo e cucinare in economia potendo contare su un introito basso. Scegliere di acquistare prodotti nutrienti e di buona qualità come cereali integrali, lenticchie e fagioli, e che possono essere comprati in quantità maggiori condividendo la spesa tra più famiglie. Questi alimenti nutrienti sono un modo poco costoso per aumentare le porzioni dei pasti e l’aggiunta di erbe e spezie aumenta la qualità nutrizionale e permette la creazione di una grande varietà di pasti completi e soddisfacenti.
• Il tempismo è importante anche quando si acquista il cibo. Scegliere di acquistare prodotti locali, freschi e in stagione, quando sono più abbondanti, più saporiti, più nutrienti, senza conservanti chimici, pronti per il consumo e che possono essere preparati e congelati per un uso successivo.
• Prevedere di confezionare i pasti in porzioni che corrispondano alle quantità effettivamente necessarie per evitare gli sprechi.
• Recarsi al mercato di produttori locali verso l’orario di chiusura in modo da approfittare delle offerte speciali e chiedere consigli su come preparare e conservare i prodotti il più a lungo possibile.
• Prestare attenzione alle offerte speciali e alle svendite e preparare i pasti in base a quanto c’è a disposizione e a cosa c’è in dispensa per evitare gli sprechi.
• Controllare regolarmente il contenuto del frigorifero e conservare i cibi in modo ordinato e organizzato, con etichette riportanti la data, minimizza lo spreco degli avanzi.
• Usare gli avanzi come base per la creazione di nuovi piatti deliziosi.
• Ampliare le conoscenze e aumentare la varietà acquistando prodotti diversi in diversi tipi di negozio, in particolare in quelli etnici, dove il personale sarà felice di dare consigli.
• Scegliere i tagli di carne meno costosi, spesso sono i più nutrienti e i più gustosi se preparati e cucinati bene.

Fare scorta di alimenti di base, che possono essere conservati facilmente, e programmare i pasti di conseguenza.

2.3 Introduzione al Metodo Digital Storytelling e prassi

Perché si raccontano storie? Per intrattenere, persuadere, spiegare e capire il mondo. Le storie sono presenti in tutte le culture umane e formano il mezzo attraverso il quale si strutturano, si condividono e si dà un senso alle esperienze comuni.

2.3.1 Definizione

Il digital storytelling si riferisce “al processo attraverso il quale le persone raccontano una loro storia personale ed esprimono la loro creatività attraverso l’utilizzo di strumenti digitali, e la condividono su Internet e su altri sistemi di distribuzione elettronica” (http://institute-of-progressive-education-and-learning.org/elearning-i/digital-storytelling/).

Il digital storytelling aiuta i partecipanti a focalizzarsi su loro stessi e le loro storie, a tradurle in parole, a sceneggiarle e a mettersi in relazione con gli altri con il supporto di fotografie o altri strumenti visivi. In questo processo i narratori elaborano le proprie storie personali e le illustrano attraverso fotografie, oggetti, disegni e altro. Il risultato sarà un video della durata di circa due minuti, narrato dall’autore sulla base di immagini personali. Il metodo del digital storytelling è molto vario per natura, quindi può essere usato per documentare, educare o semplicemente divertire e può essere applicato in ogni campo, per diversi motivi o scopi

Nel progetto HEALTHNIC, il digital storytelling aiuta i partecipanti a concentrarsi su loro stessi e le loro storie, a tradurle in parole, a sceneggiarle e li mette in relazione agli altri attraverso l’utilizzo di foto o altri strumenti visivi nel contesto del cibo.

In questo processo i narratori elaborano le proprie storie personali e le illustrano attraverso fotografie, oggetti, disegni e altro Il risultato sarà un video della durata di circa due minuti, narrato dall’autore sulla base di immagini personali.

2.3.2 Perché usare il Metodo del Digital Storytelling in questo progetto?

Nelle fasi finali del laboratorio HEALTHNIC il digital storytelling viene utilizzato per dare ai partecipanti l’opportunità di esprimersi artisticamente in un altro campo usando mezzi differenti, di riflettere su ciò che hanno imparato durante il laboratorio, acquisire competenze informatiche e di documentare la loro esperienza.

Raccontare la loro storia in questi termini aiuta i partecipanti a sviluppare un grande senso di appartenenza e ad esprimere la loro identità.

Alcune organizzazioni che partecipano al progetto hanno già utilizzato il metodo del digital storytelling (progetti “IDigStories” e “Tell Your Story”), ”), con risultati molto positivi. I facilitatori possono beneficiare di questa conoscenza preliminare, e del supporto interno al progetto, per applicare il metodo al contesto del cibo nel progetto HEALTHNIC. Si suggerisce di fare riferimento alla guida metodologica più completa e specifica sul digital storytelling disponibile gratuitamente all’indirizzo: http://idigstories.eu/wp-content/uploads/2016/09/Digital_Storytelling_in_Practice.pdf

2.4 Cittadinanza attiva

Sentirsi parte di una comunità è un bisogno vitale, tuttavia ai giorni nostri questa identità è in costante mutamento e continuamente multidimensionale. Le persone sono invitate a partecipare a diverse reti sociali, in base alle loro attività sociali, professionali, familiari, culturali e politiche. Allo stesso tempo la mancanza di relazioni e il non essere parte attiva di un gruppo sociale è un rischio comune.

Il processo del “Laboratorio Healthnic” mira a capire questo rischio sociale e stimolare la nascita di comportamenti di fiducia sociale e solidarietà, invece che di conflitto, e a fornire una risposta alternativa ai fenomeni sociali di polarizzazione, come l’aumento del nazionalismo in Europa.

L’educazione alla cittadinanza attiva in tale contesto potrebbe colmare alcune lacune della crisi di identità e prevenire il rischio di esclusione sociale che alcuni gruppi sociali, come i rifugiati e i disoccupati, potrebbero dover affrontare.

Per il “laboratorio Healthnic”, cittadinanza attiva significa condivisione e apprendimento, comprensione dei bisogni comuni e coinvolgimento delle persone nelle comunità locali. È una combinazione di fattori e azioni che costruisce e mantiene relazioni fra diversi gruppi sociali, è comprendere che si dipende gli uni dagli altri.

La filosofia e gli obiettivi strutturali del processo si concentrano sulla scoperta e sulla promozione dei patrimoni culturali, dando visibilità ai gruppi sociali e, ugualmente importante, dando loro lo spazio sociale per condividere il loro capitale culturale e le conoscenze acquisite durante il laboratorio.

Una parte essenziale del Processo Healthnic è quella del Digital Storytelling. Le Digital Stories che saranno create durante i laboratori Healthnic saranno condivise nella comunità digitale e in quella dei partecipanti, saranno strumenti educativi nelle scuole, condivise nelle biblioteche locali, nelle associazioni culturali e altro ancora. Trasferendo e comunicando quanto appreso nei circoli locali, chi partecipa ai laboratori avrà un ruolo attivo nella comunità; e di conseguenza sarà ambasciatore e facilitatore di un approccio alla vita e alle relazioni sociali multiculturale e più sano.

È importante che i partecipanti vengano incoraggiati ad organizzare, al termine del laboratorio, giornate di festa aperte a tutti in cui condividere i risultati del percorso fatto, cucinare e mangiare insieme; a sfruttare ogni festival locale per mostrare in pubblico le Digital Stories e farsi attivamente coinvolgere in ogni modo possibile nella comunità locale.

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